Lisa Guadagnini: il mio giornalismo che “pedala”.

Se dovessi descrivere brevemente il mio rapporto con il giornalismo, lo definirei semplicemente così: amore e odio. Amore perché per me, questa professione, è stata come una sorpresa, una conoscenza inaspettata, che però è riuscita a smuovere la mia vita. Odio perché è una strada ricca di insidie, tutta in salita, che ti dà e ti toglie tanto, troppo; soprattutto al giorno d’oggi e in un paese come l’Italia, dove lo spazio per esprimersi è poco.

Ho scoperto il giornalismo sette anni fa, appena uscita dal liceo artistico; insomma, da un percorso completamente diverso da quello che poi ho intrapreso successivamente. Delusa dalla scuola, volevo trovare un modo per unire la mia eterna passione per il ciclismo con il lavoro. Così, parlando per caso con un giornalista sportivo, mi è stato proposto di iniziare a collaborare per un sito che si occupava di questa disciplina; e così ho fatto. Sono iniziati i vari racconti, le varie interviste, qualche breve trasferta, e anche l’università. E qui ho rischiato.

Fino a due mesi prima ero destinata a studiare architettura, e alla fine mi sono ritrovata a fare comunicazione, senza pensarci troppo. La mia testardaggine ha prevalso, volevo azzardare, vedere dove mi avrebbe portato questo percorso coniugato alla mia già attiva gavetta da piccola, giovane, aspirante giornalista.

Alla fine mi è andata bene. Dopo cinque anni mi sono ritrovata con due lauree in tasca, e quell’amore per il ciclismo che non si è mai interrotto; a differenza del giornalismo. Perché sì, col tempo si sono susseguiti i primi affronti, tante delusioni e mazzate; un lungo stop, nessun racconto. Ma perché mai avrei dovuto dargliela vinta? Ci ritroviamo quindi nel 2018 e il primo vero contratto con una redazione; nel 2019 con un’altra ancora, il lavoro e gli impegni raddoppiati, la fatica e la rabbia immani. Ma anche tante soddisfazioni in più nel momento in cui la tua firma, la tua penna da giornalista sportiva, come unica donna in entrambe le redazioni, viene riconosciuta ed elogiata da molti; dove tutto il tuo impegno, il tuo sforzo, i tuoi sacrifici dopo anni e anni vengono finalmente ricompensati. E forse è stato proprio l’amore per il ciclismo a farmi andare avanti, a farmi capire che avevo ancora tanto da raccontare di questa magnifica disciplina che per me è sinonimo di vita. Niente è facile in questa vita, e se vuoi essere onesto, senza cercare vie traverse, devi contare soltanto su te stesso per poter andare avanti. La mia strada è ancora lunga e tortuosa come un tappone di un grande giro, ma il ciclismo mi ha insegnato e continua ad insegnarmi tanto anche in questi momenti.

C’è una frase che porto con me da tanti anni e che ho fatto mia, coniugando questo sport, che mi ha aiutato molto nella vita, alla mia carriera e al mio futuro; una citazione che appartiene a Ivan Basso: “La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere – non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e nei dispiaceri – insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi”.

Lisa Guadagnini